venerdì 26 luglio 2013

L'AMORE AI TEMPI DI FACEBOOK

Quanti miliardi di parole sono state scritte da quando i social network sono entrati a far parte della nostra vita? Quanti articoli hanno parlato di come facebook & company abbiano incrementato i casi di infedeltà coniugale, aprendo sempre nuove crisi tra le coppie di oggi?
Forse dovremmo rimpiangere i vecchi tempi, quando per entrare in contatto con una ragazza i potenziali fidanzati dovevano innanzitutto trovare il coraggio di chiederle il numero di telefono, per poi chiamarla, spesso ad un numero fisso al quale poteva rispondere qualunque membro della famiglia: dal fratellino di 5 anni alla nonnina ultraottantenne. Eh già, perché a qualcuno sembrerà assurdo, ma fino a non molti anni fa, internet e i cellulari non esistevano! 
Ora apparentemente è tutto più facile. Il "sei su facebook?" ha sostituito il "mi dai il tuo numero?", basta un click e, come per magia, sullo schermo del nostro pc o del nostro smartphone appaiono vita morte e miracoli della persona che vogliamo conoscere: foto, post, commenti e chi più ne ha più ne metta. Spesso attendiamo il fatidico invito a cena non più stando in simbiosi col telefono di casa (apparecchio ormai in evidente via d'estinzione...), ma controllando con pazienza certosina l'icona dei messaggi, per non parlare dei cuoricini e delle faccine sorridenti che invadono la nostra bacheca quando arriva il primo bacio. Ma qui comincia il bello. Perchè quando una relazione inizia, prendono vita anche le nostre paranoie più assurde, le quali ci portano al monitoraggio continuo e costante del profilo della persona amata. Il nostro partner stringe amicizia con un essere dell'altro sesso non precisamente identificato? Ecco che subito ce li immaginiamo "tra nuvole e lenzuola" e iniziamo a piangere calde lacrime in previsione dell'imminente abbandono. O, in alternativa, partono indagini degne di un agente della Scientifica, accompagnate magari da qualche post velatamente minatorio su quanto  possano diventare pericolose le persone tradite. Insomma, se con le nuove tecnologie tutto sembra più facile, in realtà pare proprio che i social network ci stiano complicando la vita. A partire dal fatto che hanno l'effetto collaterale di amplificare le nostre paure e insicurezze: se in passato siamo stati traditi o delusi, rischiamo di interpretare erroneamente ogni gesto innocente, forse per il timore di soffrire di nuovo. Soprattutto, però, non dobbiamo dimenticare che tutto ciò che scriviamo non solo resta, ma è alla mercé della nostra piccola web community e spesso proprio chi farebbe bene a starsene zitto, ha l'ardire di commentare qualche nostro post poco felice, con tutto ciò che di negativo ne consegue. Che dire quindi...il web ci aiuta, è vero, ma forse dovremmo imparare ad utilizzare i social network con la giusta misura e un pizzico di discrezione, soprattutto cercando di dare il giusto peso alle varie azioni. In fondo poi, sapete quando è il caso di preoccuparsi davvero? Quando la persona che  frequentate ha un profilo su facebook ma non vi dà l'amicizia. "Eh ma io su facebook non ci vado mai..." vi risponderà con aria innocente. E voi siete lì che lo guardate col suo Iphone 13 in mano e  l'Ipad sempre sotto braccio anche per andare al gabinetto. Ecco, in quel caso accettate il mio consiglio e scappate a gambe levate, prima che vi venga voglia di scoprire verità molto più che scomode!

giovedì 18 luglio 2013

IL CORAGGIO DI CAMBIARE...

In questi giorni mi sorprendo spesso a scrutare la mia immagine riflessa dallo specchio. In  un anno e mezzo 40 chili di me se ne sono andati e ancora adesso quasi stento a crederci. E 'come svegliarsi all'improvviso e rendersi conto che qualcosa è cambiato davvero: esteriormente, ma soprattutto dentro di me. Chi non c'è mai passato difficilmente potrà capire...è stato ed è tutto meno che facile. A partire dalla consapevolezza di avere bisogno di un aiuto, dopo mille tentativi di dieta falliti miseramente e il peso che continuava ad aumentare, togliendomi sempre più energie. Poi il coraggio di fare quella prima telefonata e l'inizio di un susseguirsi di visite ed esami. Ogni volta salivo sul treno alle prime luci dell'alba, chiedendomi se stavo per intraprendere la strada giusta, non osando nemmeno pensare a cosa avrei fatto se avessi nuovamente fallito.
 Secondo la profezia dei Maya, il 21 dicembre sarebbe dovuta giungere la fine del mondo, per me invece è stato un nuovo inizio. Di quel giorno ricordo il freddo pungente della sala operatoria, i rumori e le voci ovattate che mi avvolgevano, la paura per essere da sola e lontana da casa. Al mio risveglio ho guardato fuori dalla finestra ed ho visto un raggio di sole illuminare un paesaggio ricoperto di neve: ho pensato che fosse un buon segno, l'ho desiderato con tutta me stessa.
E così è iniziata la mia avventura. Convivere con un anello che ti stringe lo stomaco non è facile, ma non è nemmeno la bacchetta magica che risolve ogni problema. Ci vogliono comunque determinazione e forza di volontà perché i risultati arrivino. Ho letteralmente dovuto rivoluzionare le mie abitudini alimentari e la palestra è diventata la mia seconda casa. Ma soprattutto, per la prima volta nella mia vita, ho ammesso al mondo che avevo un problema e che stavo facendo qualcosa di concreto per risolverlo. Le persone attorno a me hanno giocato e stanno tuttora giocando un ruolo importantissimo in questo mio percorso. Penso a chi in palestra mi ha presa per mano e, con una professionalità e una pazienza fuori del comune, mi ha insegnato a resistere alla fatica e a raggiungere traguardi che fino a poco tempo prima mi sembravano impossibili , ma anche a chi mi ha dato forza con semplici parole di incoraggiamento. Certo, ho dovuto anche accettare il fatto che non sempre si vince, ma credo sia un po' una metafora della vita: si cade, ma quando succede ci si può solo rialzare e riprovare. 
In questo periodo ho imparato che se davvero si desidera qualcosa, bisogna partire da noi stessi per ottenerla perché nulla ci viene regalato.Solo facendo un passo dopo l'altro si arriva dove si desidera arrivare, anche se la strada talvolta appare irta di difficoltà. La mia è ancora un po' lunga, ma continuerò a fare tutto il possibile per percorrerla al meglio fino alla fine.