In questi giorni mi sorprendo spesso a scrutare la mia immagine riflessa dallo specchio. In un anno e mezzo 40 chili di me se ne sono andati e ancora adesso quasi stento a crederci. E 'come svegliarsi all'improvviso e rendersi conto che qualcosa è cambiato davvero: esteriormente, ma soprattutto dentro di me. Chi non c'è mai passato difficilmente potrà capire...è stato ed è tutto meno che facile. A partire dalla consapevolezza di avere bisogno di un aiuto, dopo mille tentativi di dieta falliti miseramente e il peso che continuava ad aumentare, togliendomi sempre più energie. Poi il coraggio di fare quella prima telefonata e l'inizio di un susseguirsi di visite ed esami. Ogni volta salivo sul treno alle prime luci dell'alba, chiedendomi se stavo per intraprendere la strada giusta, non osando nemmeno pensare a cosa avrei fatto se avessi nuovamente fallito.
Secondo la profezia dei Maya, il 21 dicembre sarebbe dovuta giungere la fine del mondo, per me invece è stato un nuovo inizio. Di quel giorno ricordo il freddo pungente della sala operatoria, i rumori e le voci ovattate che mi avvolgevano, la paura per essere da sola e lontana da casa. Al mio risveglio ho guardato fuori dalla finestra ed ho visto un raggio di sole illuminare un paesaggio ricoperto di neve: ho pensato che fosse un buon segno, l'ho desiderato con tutta me stessa.
E così è iniziata la mia avventura. Convivere con un anello che ti stringe lo stomaco non è facile, ma non è nemmeno la bacchetta magica che risolve ogni problema. Ci vogliono comunque determinazione e forza di volontà perché i risultati arrivino. Ho letteralmente dovuto rivoluzionare le mie abitudini alimentari e la palestra è diventata la mia seconda casa. Ma soprattutto, per la prima volta nella mia vita, ho ammesso al mondo che avevo un problema e che stavo facendo qualcosa di concreto per risolverlo. Le persone attorno a me hanno giocato e stanno tuttora giocando un ruolo importantissimo in questo mio percorso. Penso a chi in palestra mi ha presa per mano e, con una professionalità e una pazienza fuori del comune, mi ha insegnato a resistere alla fatica e a raggiungere traguardi che fino a poco tempo prima mi sembravano impossibili , ma anche a chi mi ha dato forza con semplici parole di incoraggiamento. Certo, ho dovuto anche accettare il fatto che non sempre si vince, ma credo sia un po' una metafora della vita: si cade, ma quando succede ci si può solo rialzare e riprovare.
In questo periodo ho imparato che se davvero si desidera qualcosa, bisogna partire da noi stessi per ottenerla perché nulla ci viene regalato.Solo facendo un passo dopo l'altro si arriva dove si desidera arrivare, anche se la strada talvolta appare irta di difficoltà. La mia è ancora un po' lunga, ma continuerò a fare tutto il possibile per percorrerla al meglio fino alla fine.
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