In questi giorni la mia migliore amica ha deciso di lasciare il bar che aveva in gestione. So che ha fatto la scelta giusta, quello era il suo secondo lavoro, ma non le fruttava quanto avrebbe dovuto, oltre a massacrarla fisicamente e mentalmente. Non posso negare però che un po' mi dispiace. Frequentavo quel bar tutti i giorni durante la pausa pranzo, insieme a tutti gli altri nostri amici. Era il "nostro" momento: giungevamo chi da casa, chi dal lavoro e condividevamo insieme pranzo, chiacchiere e problemi. Se solo quei tavolini potessero parlare... racconterebbero di scherzi, di risate, di riunioni collettive per decidere strategie amorose, di brindisi improvvisati, ma anche di lacrime, di rabbia, di problemi grandi e piccoli da affrontare. Quei brevi ma intensi momenti che passavamo insieme ci davano la carica per affrontare il resto della giornata.
Gli altri avventori ci guardavano spesso con curiosità, chiedendosi probabilmente che cosa avessimo da confabulare, tutti ammassati attorno a due tavolini uniti per l'occasione, quasi come fossimo racchiusi in un cerchio magico.
D'ora in poi non sarà più così e tutto questo mi mancherà. Certo, siamo amici, continueremo sicuramente a sentirci e vederci e forse sarà proprio questo il banco di prova per misurare il vero valore della nostra amicizia. In quel bar però è come se fossi rinata: giorno dopo giorno ho capito di non essere l'unica a vivere una vita complicata, ho imparato che i veri amici ti guardano negli occhi e capiscono al volo come stai, ho apprezzato tutti quei piccoli gesti che mi hanno fatto capire di non essere sola. Per questo non potrò mai dimenticare questi ultimi mesi, ricordandoli sicuramente come uno dei momenti più speciali della mia vita.
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