giovedì 16 giugno 2011

"VIVERE E' COME FARE UNA LUNGA ADDIZIONE, IN CUI BASTA AVER SBAGLIATO IL TOTALE DEI PRIMI DUE ADDENDI PER NON USCIRNE PIU'"

Questa frase è stata scritta da Cesare Pavese nel suo diario "Il mestiere di vivere", libro che ho letto in vista dell'appena trascorso esame di saggistica italiana. Una frase che mi ha colpito come una stilettata, provocando dentro di me un diramarsi infinito di pensieri. A volte infatti sono affermazioni brevi e lapidarie come questa che, nella loro semplicità, riescono a far scrivere fiumi di parole.
Ognuno di noi affronta la vita e gli impegni di ogni giorno con apparente serenità, ma quanti nel loro profondo devono fare i conti con gli errori del proprio passato? Errori di ogni genere, che continuano ad influenzare la nostra esistenza nonostante il tentativo di lasciarceli  alle spalle. Errori che ci segnano a tal punto da impedirci di fare nuove esperienze per la paura di sbagliare di nuovo. Inutile dire che "la vita va avanti" e che bisogna "guardare al futuro"...sono frasi fatte, nelle quali sicuramente vi è un fondo di verità, ma che difficilmente trovano riscontro nella realtà. Che dire..il pessimismo di Pavese mi ha contagiata? Forse un po'...è che confrontandomi con chi mi sta attorno non posso che condividere questa affermazione. I nostri sbagli, le nostre esperienze negative ci condizionano anche quando non vorremmo. Forse l''unica soluzione è trarre insegnamento dai nostri errori, accettare che tutti possiamo sbagliare e fare tesoro di tutte le lezioni che la vita ci offre, in modo da affrontare il futuro con maggiore consapevolezza. Tutto questo sicuramente non ci proteggerà da nuovi sbagli, ma almeno ci aiuterà ad affrontarli meglio...

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