venerdì 12 agosto 2011

STELLE CADENTI



Ieri sera, per la primissima volta nella mia vita, ho visto una stella cadente. Sembrerà assurdo, lo so, ma veramente non mi era mai capitato. Solo parecchi anni fa avevo avuto l'impressione di vederne una con la coda dell'occhio, ma non ne ho mai avuto la piena certezza. Eppure ho sempre scrutato il cielo nelle notti d'agosto, con la speranza di cogliere, prima o poi, la magia di questo momento. Una frazione di secondo, in cui un piccolo frammento di luce appare improvvisamente nell'oscurità del cielo, si lancia in picchiata verso l'ignoto e scompare con la stessa velocità che lo aveva visto apparire.
Ieri, quando tutto questo è successo, mi si è fermato il respiro. Nello stesso istante ho espresso un desiderio, ma senza la consapevolezza di farlo: è sbucato fuori dalla mia mente, dal mio cuore in modo così repentino che nemmeno ricordo che cosa ho chiesto di preciso. Ovviamente so che cosa riguardava...adesso quindi me ne starò buona buona ad aspettare che si avveri. Ho un solo dubbio: mi ci sono voluti quasi 35 anni per vedere una stella cadente...speriamo non ne debbano passare altrettanti prima che faccia effetto!!

sabato 9 luglio 2011

STORIA DI UN'AMICIZIA VERA

Una semplice panchina in un parco qualunque, come quella raffigurata in questa foto, come migliaia di altre che si possono trovare ovunque. Eppure, ogni volta che ne vedo una non posso fare a meno di pensare che proprio su un'anonima panchina di un parco di quartiere è nata la mia amicizia con Gabriella, la vera "amica del cuore", la persona che so di avere sempre accanto in ogni momento, bello o brutto che sia.
Spesso lungo il nostro cammino incrociamo persone apparentemente per caso, ma presto ci rendiamo conto che se le abbiamo incontrate un motivo ci deve pur essere. Per noi è stato esattamente così. Sono state le nostre figlie a fare amicizia per prime, sera dopo sera in quel parco dove loro giocavano e io cercavo un attimo di relax dopo una giornata di lavoro.
In quel periodo vivevo la fine del mio matrimonio con enormi sensi di colpa, nonostante non fossi stata io a volerlo, e cercavo di adeguarmi in qualche modo alla mia nuova condizione, tra mille difficoltà, dubbi, paure...quante volte seduta su quella panchina avevo lo sguardo perso, assente, impegnata in un turbine di pensieri, intenta a immaginarmi quale sarebbe potuto essere il mio futuro. Poi una sera lei si siede accanto a me e, come se niente fosse, iniziamo a parlare, ma nulla a che vedere con le chiacchiere classiche da madri...istintivamente abbiamo parlato di noi. Ricordo di essere stata io a cominciare, chiedendole se anche lei era separata, dal momento che avevo notato che sua figlia era accompagnata alcune volte dal padre e altre da lei. La sua risposta affermativa ha dato inizio al racconto delle nostre esperienze, uguali in tutto e per tutto. Ricordo il reciproco stupore nel renderci conto che avevamo passato le solite vicissitudini con le stesse modalità e le medesime conseguenze sulla nostra vita quotidiana. Eravamo due perfette estranee, ma con estrema naturalezza ci siamo confidate come se fossimo amiche da sempre. Da quella sera non ci siamo più staccate. La panchina di quel parco è diventata il luogo del nostro appuntamento nelle calde serate estive, una sorta di confessionale dove ci confrontavamo e ci davamo sostegno reciproco. Nel giro di poco tempo abbiamo iniziato a frequentarci sempre più assiduamente, a far parte l'una della vita dell'altra, a condividere ogni giorno piccoli e grandi problemi e, per fortuna, anche qualche momento di spensieratezza. Fisicamente e caratterialmente così diverse...eppure in fondo così uguali, con lei riesco ad aprirmi come non ho mai fatto con nessuno, senza paura di essere giudicata, ma con la sola consapevolezza di avere qualcuno accanto che mi capisce sempre. Qualcuno che ha sempre il consiglio giusto, disponibile a darmi sostegno non solo a parole, ma anche con i fatti.
Una nuova estate è iniziata e come è nostra abitudine da ormai qualche anno, l'appuntamento serale al parco è diventato irrinunciabile. Mentre i nostri figli giocano allegramente, una parte della nostra vita si racconta sempre sulla solita panchina: quelle assi di legno ormai sciupate dal tempo e dalle intemperie si riempiono della nostra storia, diventando il simbolo di una splendida amicizia che spero possa durare per sempre.

mercoledì 29 giugno 2011

ERAVAMO TANTI AMICI AL BAR...

In questi giorni la mia migliore amica ha deciso di lasciare il bar che aveva in gestione. So che ha fatto la scelta giusta, quello era il suo secondo lavoro, ma non le fruttava quanto avrebbe dovuto, oltre a massacrarla fisicamente e mentalmente. Non posso negare però che un po' mi dispiace. Frequentavo quel bar tutti i giorni durante la pausa pranzo, insieme a tutti gli altri nostri amici. Era il "nostro" momento: giungevamo chi da casa, chi dal lavoro e condividevamo insieme pranzo, chiacchiere e problemi. Se solo quei tavolini potessero parlare... racconterebbero di scherzi, di risate, di riunioni collettive per decidere strategie amorose, di brindisi improvvisati, ma anche di lacrime, di rabbia, di problemi grandi e piccoli da affrontare. Quei brevi ma intensi momenti che passavamo insieme ci davano la carica per affrontare il resto della giornata.
Gli altri avventori ci guardavano spesso con curiosità, chiedendosi probabilmente che cosa avessimo da confabulare, tutti ammassati attorno a due tavolini uniti per l'occasione, quasi come fossimo racchiusi in un cerchio magico.
D'ora in poi non sarà più così e tutto questo mi mancherà. Certo, siamo amici, continueremo sicuramente a sentirci e vederci e forse sarà proprio questo il banco di prova per misurare il vero valore della nostra amicizia. In quel bar però è come se fossi rinata: giorno dopo giorno ho capito di non essere l'unica a vivere una vita complicata, ho imparato che i veri amici ti guardano negli occhi e capiscono al volo come stai, ho apprezzato tutti quei piccoli gesti che mi hanno fatto capire di non essere sola. Per questo non potrò mai dimenticare questi ultimi mesi, ricordandoli sicuramente come uno dei momenti più speciali della mia vita.

domenica 26 giugno 2011

MENO 10 ORE ALL'ESAME...

Prima di andare a letto e cercare di dormire qualche ora (domani la sveglia è alle 4.30!!!), ci tenevo ad augurare un affettuoso

IN BOCCA AL LUPO

ai compagni di corso che domani sosterranno l'esame del Prof. Alfonso.

Ci vediamo domani ragazzi...buonanotte!

QUALCUNO MI LEVI DALLE MANI IL MIO PC!

E' statisticamente provato: la mia capacità di concentrarmi nello studio è inversamente proporzionale all'avvicinarsi dell'esame. Ovvero: più l'esame si avvicina e meno riesco a studiare. E invece sarebbe meglio sfruttare al massimo queste ore, dato che tra poco i miei figli ritorneranno da uno dei rari weekend che passano con il padre..allora si che studiare sarà matematicamente impossibile!

E' sempre stato così: prima di un esame mi vengono in mente le cose più strane da fare. Le mie "piccole grandi opere" di manutenzione casalinga sono state eseguite in periodi come questo. Stamani, ad esempio, mi sono finalmente decisa ad attaccare lo specchio in bagno (dopo 3 anni che vivo qui...era l'ora, no?) e non è escluso che ora mi metta a stuccare le finestre della camera. Sinceramente non riesco a spiegarmi questa fissazione per i lavori manuali...forse sarà un modo per compensare l'impegno mentale dello studio? Per non parlare del fatto che non riesco a staccarmi da questo computer, da questo blog, da facebook...ok, sono decisamente alla frutta!

Eppure l'ansia pre-esame dovrei lasciarmela alle spalle ormai. Sono grande (per non dire vecchia!) e di esami ne ho già dati tanti...ma ogni volta è come la prima, se non peggio. Però in effetti ora è diverso. Chi, come me, si rimette a studiare in età avanzata ha un lavoro, una famiglia e non si può permettere di perdere tempo. Ci sono da affrontare problemi di ordine pratico-organizzativo anche solo per venire a dare un esame e credo sia proprio questo che fa aumentare l'ansia.

C'è una canzone che ascolto sempre quando ho bisogno di incoraggiarmi: Strength of a woman di Shaggy. Direi che a questo punto ci sta come il cacio sui maccheroni!

INTERNET E PUBBLICITA'

http://fettedilimone.wordpress.com/2011/06/25/twitter-e-il-barca-coshanno-in-comune/#more-340

Questo è un link ad un post di un mio "collega"che ho trovato interessante, in quanto tratta la questione della pubblicità su internet. Pubblicità che diviene sempre più indispensabile, dal momento che "la filosofia di internet è ancora di tipo free" (citando il libro di Grazia Visconti Giornalista online che sto ripassando in vista dell'esame di domani).

sabato 25 giugno 2011

ECCOLI QUA!

                                                      



 


Beh, non potevo non dedicare ai miei cuccioli almeno un post di questo mio blog. E così vi presento Letizia e Mirko, i miei "quasi gemelli". Quasi, perché hanno solo 1 anno e 24 giorni di differenza tra loro...niente male, eh? Adesso sono "grandi", a breve compiranno 7 e 6 anni, ma se penso a quando erano appena nati non so spiegare come ho fatto a gestirli praticamente da sola! Ricordo che nei momenti di puro panico, quando entrambi piangevano, io attaccavo a cantare a squarciagola e miracolosamente si calmavano; ricordo che avevo escogitato un modo per dare loro il biberon contemporaneamente; ricordo che le mie giornate erano scandite da ritmi quasi militari, in cui miracolosamente riuscivo ad alternare le cure e le attenzioni da dedicare ad entrambi. Eppure ripensare a quei momenti mi lascia solo un senso di forte tenerezza e anche di nostalgia. I loro sorrisi, il loro affetto incondizionato mi hanno sempre ampiamente ripagata dei sacrifici fatti.
In fondo sono cresciuta e continuo a crescere insieme a loro. Perché essere madre rivoluziona veramente la vita: non si è più un "io", ma un "noi", in qualunque momento e in ogni scelta da affrontare.
Quante preoccupazioni, quanti dubbi: a volte temo di essere troppo severa, altre troppo remissiva...non so mai se sto facendo un buon lavoro, e tutto questo è amplificato dal fatto che li sto crescendo da sola. Devo solo rassegnarmi e aspettare che siano adulti per giudicare quanto sono stata all'altezza della situazione, nel frattempo mi godo ogni momento che passiamo assieme, cercando sempre di trasmettere loro qualcosa di significativo.
Inutile dire che in questa avventura universitaria sono loro i miei più accaniti sostenitori. La frase "cult" che mi ripetono prima di ogni esame è "Mamma mi raccomando, fatti promuovere, non farci fare brutta figura!". Ieri mi hanno regalato un braccialetto con una coccinella, come portafortuna per i prossimi esami. Come posso non adorarli alla follia???

giovedì 23 giugno 2011

TEMPO DI BILANCI...

L'esame di Informatica applicata al Giornalismo incombe e, come credo sia normale, sto riflettendo su queste mie prime settimane da blogger. Ammetto che inizialmente l'idea di tenere un blog non mi entusiasmava molto: non me ne voglia il Prof. Alfonso, ma ho iniziato questa avventura con lo spirito del "lo faccio perché lo devo fare". Certo, ho sempre amato scrivere, ma l'ho sempre fatto per me stessa, difficilmente condividevo con qualcuno i miei pensieri. Ora però mi rendo conto che le cose stanno cambiando. L'appuntamento serale con il mio blog sta diventando quasi irrinunciabile, nonostante non mi manchino le alternative per occupare queste ultime ore della giornata (giusto per fare qualche esempio: la montagna di panni da stirare che giace speranzosa qui alla mia destra, l'altra montagna di bucato arretrato che mi impedisce di aprire completamente la porta del bagno...e così via!).
L'idea che una piccola parte di me si diffonda via web in fondo non mi dispiace. I blog sono un'infinità ormai e penso che questo non sia più speciale degli altri...però è il "mio" blog: i miei pensieri, le mie esperienze, le mie sensazioni... da condividere con chi lo desidera. Chi già mi conosce potrà capirmi ancora di più; a tutti gli altri spero comunque di trasmettere qualcosa. Tutto sommato mi sembra una bella opportunità, quindi credo proprio che continuerò a sfruttarla!

UN PO' DI POESIA...

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. 


Sarà l'orario, preludio di una notte insonne, sarà l'inizio dell'estate, ma questa sera mi è venuta in mente questa poesia di Montale ed ho deciso di condividerla con voi. Ho sempre pensato che fosse la dichiarazione d'amore più dolce e commovente che un uomo possa fare alla sua donna. Montale, come tutti saprete, la scrisse dedicandola alla moglie che non c'era più.
Credo sia questa la vera essenza di un rapporto di coppia: affrontare la vita fianco a fianco, sapendo di poter fare affidamento sull'altro in ogni momento. Mi chiedo perché oggi le cose non vadano esattamente in questo modo. Vorrei tanto che questi versi arrivassero a coloro che alla prima difficoltà si sono arresi, mandando all'aria un matrimonio, sfasciando una famiglia e pensando di lasciarsi il passato alle spalle come se niente fosse.
Mi viene in mente la mia vicina di casa, una dolcissima signora ultra-ottantenne, che quando suo marito è mancato alla ragguardevole età di 96 anni, piangeva come una bambina e si vergognava di questo, ben consapevole del fatto che l'età della sua morte fosse di tutto rispetto. Ho provato una forte tenerezza in quel momento e abbracciandola le ho detto:"Si consideri fortunata, è vero, ma si senta anche libera di piangere quanto desidera. Eravate una cosa sola e lo sarete per sempre!"
E con questo pensiero particolarmente romantico (è un lato di me che ho nascosto da qualche parte, ma che ogni tanto mi piace rispolverare!) vi auguro una serena notte...

mercoledì 22 giugno 2011

MA CHE DISPERAZIONE!!

Eli e George, è crac "Fra noi è tutto finito" - Repubblica.it



Arrivo in ufficio, apro la pagina di repubblica.it (che è la nostra homepage) e in alto a destra in un bel riquadro trovo questa scioccante dichiarazione...e adesso come facciamo???
Sia perdonato il mio sarcasmo, non c'è nulla di male in un po' di sano gossip, è solo che la notizia sta rimbalzando ovunque: web, radio e sicuramente questa sera i principali tg avranno il loro bel servizio dedicato all'argomento. Ecco, il tutto mi sembra eccessivo se confrontato ai problemi che ognuno di noi si trova ad affrontare tutti i giorni.
Va beh, forza ragazze, il nostro George è di nuovo libero..facciamoci avanti!
Adesso vi saluto, se il capo si accorge che scrivo sul mio blog durante l'orario di ufficio, avrò ben altre questioni da affrontare...tipo trovare un altro posto di lavoro!!

martedì 21 giugno 2011

Scuola: al via il 22 giugno gli esami di maturità. I consigli degli esperti - Lettera43

Scuola: al via il 22 giugno gli esami di maturità. I consigli degli esperti - Lettera43

Puntuali  come ogni anno arrivano gli esami di maturità, incubo di migliaia di studenti alle prese con la loro prima prova importante.
Ovunque, sul web, in tv, sui giornali abbondano articoli che si prodigano di consigli su come affrontare questo momento. Gli anni passano, ma le direttive rimangono praticamente le solite: alimentazione sana ed equilibrata, un po' di sport, una postura corretta durante lo studio. Mi chiedo quanti ragazzi seguano alla lettera questi consigli e soprattutto quanto essi siano effettivamente utili.

Personalmente non ho un ricordo particolarmente traumatico dell'esame di maturità. Certo, ero tesa, ma di sicuro non mi sono "ammazzata" sui libri, fortunatamente quando ero giovane non avevo bisogno di studiare troppo e vivevo abbastanza di rendita (bei tempi...).

"Il bello viene dopo" mi sento di dire ai maturandi: per chi continua a studiare ci saranno ancora esami, mentre per chi decide di affrontare il mondo del lavoro arriverà il primo contatto con la vita vera.
Quest'anno molti ragazzi che negli ultimi anni ho seguito con le ripetizioni affrontano la maturità...che tenerezza se penso che ho dato loro lezioni delle più svariate materie fin da quando erano ragazzini delle medie! Il tempo passa, è inutile, ma aver fatto parte del loro percorso di studi mi riempie di orgoglio. A loro e a tutti gli altri va il mio più affettuoso in bocca al lupo. L'anno prossimo, sempre in questo periodo, leggeranno altri articoli come quello che ho postato e sono sicura che  ricorderanno con un sorriso l'ansia e la paura che hanno provato in questi giorni.

lunedì 20 giugno 2011

LE AVVENTURE IN CHAT...DI UNA SINGLE PERBENE!


Le nuove tecnologie, internet…quanto hanno influenzato le nostre relazioni sociali?
Oggi vorrei parlare del mondo delle chat, mondo in grande espansione e per molti purtroppo l’unico modo di fare nuove conoscenze. Pochi ammettono di farne parte, ma bene o male quasi tutti lo frequentano o lo hanno frequentato. Anche la sottoscritta si è imbarcata in questa avventura e stasera ho deciso di rompere il mio silenzio e raccontare quello che ho visto. Premetto che sono un tipo che preferisce i rapporti “veri” e che riesce a capire veramente le persone guardandole negli occhi e non nascoste dietro la tastiera di un pc, ma in un momento in cui il tempo per fare nuove conoscenze era alquanto limitato, mi sono fatta tentare. Ho affrontato però questa esperienza con la curiosità e lo spirito di un’ “apprendista giornalista”, desiderosa di comprenderne i veri meccanismi.

Che dire..indubbiamente si tratta di un mondo dalle mille sfaccettature. Non me ne vogliano innanzitutto le poche, pochissime persone “normali” che ho conosciuto tramite questa modalità (giusto per dovere di cronaca, stanno sulle dita di…mezza mano!), però devo ammettere che si trova veramente di tutto. Indicativamente potrei sintetizzare in alcune categorie.

1) I pervertiti: non sono moltissimi, ma ogni tanto spuntano fuori. Sono persone apparentemente normali, ma che hanno delle strane fissazioni, oppure dei seri problemi a relazionarsi con gli altri. Per loro la chat è l’unico modo di esternare il loro vero essere, nella speranza di trovare qualcuno che condivida le loro manie.

2) I ragazzi alla ricerca del grande amore: a volte penso siano più pericolosi dei pervertiti. Sono quei ragazzi che cercano la donna giusta, quella da sposare e con la quale mettere su famiglia. Tutte intenzioni più che lodevoli, il problema è che molti tendono ad idealizzare troppo la persona che conoscono in chat, forse a causa della loro estrema voglia di dare e ricevere amore. E così ti tempestano di telefonate e messaggini romantici ancora prima di averti incontrato, con tanto di scenate se una sera hai il cellulare spento o se non rispondi immediatamente al “messaggino del buongiorno” inviato alle 7.30 di domenica mattina!

3) I ragazzi in cerca di avventure: si riconoscono perché la prima cosa che chiedono in chat è “che cosa stai cercando?”, la seconda è “mi dai il tuo numero di cellulare?”. La fretta con la quale cercano di combinare un incontro è sintomo inconfondibile delle loro vere intenzioni. Con loro mi sono divertita a far finta di non capire e cercare di instaurare una sorta di dialogo: che divertimento leggere le loro risposte alle domande più assurde che mi divertivo a fare. Il modo più rapido per liberarsene? Dichiarare di essere una ragazza seria che sta cercando marito..potete star sicuri che scapperanno a gambe levate!


4) Le persone “normali”: ragazzi come tanti, magari solo un po’ più timidi, ma in grado di sostenere in chat conversazioni brillanti e di farsi conoscere per quello che sono veramente. Non sono moltissimi, ma per fortuna ogni tanto si trovano.
Conclusioni? Dopo essermi divertita per qualche mese, ho perso l’entusiasmo. Troppa fatica e troppo tempo da perdere per trovare qualcuno appartenente all’ultima categoria. Certo, il tempo a disposizione per le nuove conoscenze oggi è davvero poco, corriamo tutto il giorno presi dai mille impegni e neanche guardiamo chi ci sta attorno. Però preferisco ancora la "vecchia modalità" per conoscere persone nuove. Uno sguardo, due parole e quello che sarà sarà! 

giovedì 16 giugno 2011

"VIVERE E' COME FARE UNA LUNGA ADDIZIONE, IN CUI BASTA AVER SBAGLIATO IL TOTALE DEI PRIMI DUE ADDENDI PER NON USCIRNE PIU'"

Questa frase è stata scritta da Cesare Pavese nel suo diario "Il mestiere di vivere", libro che ho letto in vista dell'appena trascorso esame di saggistica italiana. Una frase che mi ha colpito come una stilettata, provocando dentro di me un diramarsi infinito di pensieri. A volte infatti sono affermazioni brevi e lapidarie come questa che, nella loro semplicità, riescono a far scrivere fiumi di parole.
Ognuno di noi affronta la vita e gli impegni di ogni giorno con apparente serenità, ma quanti nel loro profondo devono fare i conti con gli errori del proprio passato? Errori di ogni genere, che continuano ad influenzare la nostra esistenza nonostante il tentativo di lasciarceli  alle spalle. Errori che ci segnano a tal punto da impedirci di fare nuove esperienze per la paura di sbagliare di nuovo. Inutile dire che "la vita va avanti" e che bisogna "guardare al futuro"...sono frasi fatte, nelle quali sicuramente vi è un fondo di verità, ma che difficilmente trovano riscontro nella realtà. Che dire..il pessimismo di Pavese mi ha contagiata? Forse un po'...è che confrontandomi con chi mi sta attorno non posso che condividere questa affermazione. I nostri sbagli, le nostre esperienze negative ci condizionano anche quando non vorremmo. Forse l''unica soluzione è trarre insegnamento dai nostri errori, accettare che tutti possiamo sbagliare e fare tesoro di tutte le lezioni che la vita ci offre, in modo da affrontare il futuro con maggiore consapevolezza. Tutto questo sicuramente non ci proteggerà da nuovi sbagli, ma almeno ci aiuterà ad affrontarli meglio...

martedì 14 giugno 2011

E UN ALTRO ESAME E' ANDATO!!!

Eccomi qua, reduce dall'esame di Saggistica italiana che mi ha fatto portare a casa il primo 30 della mia carriera universitaria! Inutile dire quanto mi senta soddisfatta e soprattutto ripagata dei sacrifici fatti...però sono anche fisicamente a pezzi!!!
Vorrei dedicare questo bel voto prima di tutto ai miei figli, che in questi giorni si sono dovuti sorbire una mamma "sotto esame" e che, tornata a casa, mi hanno fatto trovare due splendide rose. In realtà le hanno comprate prima di sapere l'esito, pensando che potessero essere sia un dono di consolazione, nel caso l'esame non andasse bene, sia un regalo per festeggiare un bel voto...inutile, sono troppo avanti!
E poi ai miei amici, ai quali è toccato il compito di ascoltare le mie paranoie in questi ultimi giorni e che nemmeno per un attimo hanno smesso di sostenermi e incoraggiarmi.
Adesso però la notte insonne che ho passato si sta facendo sentire, quindi auguro una buonanotte a tutti...e da domani si ricomincia a studiare!

domenica 12 giugno 2011

REFERENDUM E DINTORNI

http://www.repubblica.it/politica/2011/06/12/dirette/referendum_domenica-17568397/

Le urne si sono chiuse da poco più di un'ora e riapriranno domani, dalle 7 alle 15. Nelle brevi ma frequenti pause dallo studio (oggi facevo proprio fatica a concentrarmi), ho tenuto sotto controllo i dati dell'affluenza al voto. Il primo giorno si è chiuso con il 41% di votanti, pare che un livello di partecipazione più alto si sia avuto solo per i referendum sul divorzio e sul finanziamento pubblico ai partiti, rispettivamente del 1974 e 1978.
Io sono andata a votare questa mattina, attorno alle 11. Mentre a piedi mi dirigevo verso la sede del seggio elettorale, ho subito notato che c'era qualcosa di diverso nell'aria. Un viavai continuo di persone andava e veniva lungo la strada che porta alla scuola media del quartiere: anziani, famiglie, ma anche tanti giovani. Un flusso deciso e costante di comuni cittadini che con dignità andavano ad esercitare il loro diritto di voto...non avevo mai visto niente di simile fino ad oggi. Credo sia il segno che qualcosa sta cambiando, un'ulteriore conferma che gli italiani abbiano preso atto della vera situazione in cui si trova il paese e che sia arrivato il momento di voltare pagina. Aspettiamo domani per il verdetto finale, ma ho già l'impressione che queste consultazioni referendarie passeranno alla storia...saranno veramente 4 SI per dire NO!

UN SABATO SERA SPECIALE



Oggi ho deciso di condividere con voi la colonna sonora del mio appena trascorso sabato sera...anzi, più che la colonna sonora direi l'inno, il leit motiv, visto che è stata l'unica canzone che la mia amica ha voluto ascoltare per tutto il tempo passato in auto! E' stato un sabato sera davvero speciale, non tanto per quello che abbiamo fatto, ma perché nei momenti difficili anche le cose più semplici riescono ad assumere un significato particolare, a regalare delle emozioni. E così una passeggiata e una bevuta nella vicina Versilia, affollata di giovani mooolto più giovani di noi (ma dove cavolo vanno il sabato sera i single della nostra età???), sono diventate il simbolo di due amiche che provano a lasciarsi alle spalle casini e problemi vari, in cerca di un briciolo di serenità.
A volte è sconvolgente quanto una canzone che arriva alle tue orecchie per puro caso, rispecchi pienamente la tua vita, il tuo stato d'animo, tutto ciò che stai provando in quel determinato momento. E allora che fare? Ci si può solo rassegnare e lasciare che il messaggio giunga a noi, cantare a squarciagola il ritornello per fissarlo bene in mente.
Quindi, parafrasando il testo, se da ogni lacrima ricaviamo un insegnamento, se ogni lacrima ti rende più forte e vicino al tuo sogno...direi che ci siamo, vero???
Un bacio alla persona speciale alla quale ho avuto l'onore di stare vicina ieri sera, con la promessa che ci sarò sempre!

mercoledì 8 giugno 2011

LA SEGRETARIA CON UNA LAUREA E MEZZO

Questa sera vorrei parlarvi di un argomento che ultimamente mi sta molto a cuore, dato che è un po' la mia "spina nel fianco": la difficoltà di trovare un lavoro. Premetto di vivere in una zona economicamente non molto florida, dove gli sbocchi professionali sono alquanto limitati. E aggiungo che appena laureata, invece di concentrarmi sulla carriera, ho scelto di farmi una famiglia e di avere dei figli, ignara di quanto poi sarebbe stato difficile inserirsi nel mondo del lavoro.
In questi ultimi 11 anni ho comunque sempre lavorato, dovendo però spesso adattarmi a mansioni non esattamente da laureata, a contratti di collaborazione o a progetto (il nome varia ma la sostanza è sempre la stessa: pochi diritti e ancor meno certezze), a lavoretti extra per integrare le non proprio sostanziose retribuzioni che ricevevo.
Sicuramente aver cambiato così tanti lavori mi ha lasciato in dono una certa elasticità mentale e la capacità di adattarmi facilmente a situazioni nuove: dall'ufficio stampa alla cucina di un ristorante, dal call-center al magazzino di prodotti per parrucchieri...di sicuro non ho avuto tempo di annoiarmi!
Quattro anni fa la svolta: vengo assunta in un'azienda di export di automobili, dove, se proprio non sfrutto pienamente la mia laurea in Relazioni Pubbliche, almeno parlo ogni giorno quattro lingue diverse. In regola, con malattia e ferie pagate e...udite, udite la tredicesima e pure la quattordicesima! Mi sembrava un sogno, dopo mille peripezie finalmente avevo un lavoro stabile e che non mi atrofizzava il cervello. Un sogno durato tre anni, fino a quando l'azienda è stata chiusa per motivi fiscali e noi dipendenti messi in mobilità. Ed ecco l'inizio di un nuovo calvario. Il mio curriculum vitae ha iniziato a viaggiare via posta e via web, senza però ottenere grandi risultati. L'unico impiego che mi è stato offerto e che ovviamente ho subito accettato, è stato in uno studio legale come segretaria 4 ore al giorno. Sicuramente devo ritenermi fortunata, dato che il mio periodo di disoccupazione è stato relativamente breve, ma..vogliamo parlare di come passo i miei pomeriggi? A rispondere al telefono, a fare le fotocopie, a scattare in piedi quando il capo chiama, a cercare le pratiche, ad andare in posta..e cose così. E' vero che sono stata assunta perché conosco le lingue e spesso capita che seguiamo dei casi all'estero, ma credete che queste mie competenze aumentino il mio stipendio? Assolutamente no! In fondo sono sempre un'umile segretaria, anche quando traduco in poche ore un contratto di dieci pagine dallo spagnolo all'italiano o quando telefono al Tribunale di Francoforte. Il tutto per poche centinaia di Euro al mese.
Nel frattempo il mio curriculum continua a girare, nella vana speranza di trovare qualcosa di meglio. Vi sono però dei momenti in cui lo sconforto mi assale. Molti laureati sono nella mia stessa situazione, sono tempi duri un po' per tutti, ma finiranno mai? E' troppo desiderare un minimo di stabilità lavorativa ed economica dopo aver studiato, spesso con fatica e un certo sacrificio?
 L'apice della frustrazione? L'ho raggiunto circa un paio di mesi fa, quando un avvocato, dovendo lasciare un messaggio per il mio capo e appreso che io ero "solo" la segretaria mi ha detto: "Cortesemente, non può passarmi QUALCUNO PIU' QUALIFICATO?"

domenica 5 giugno 2011

PENSIERINO DELLA BUONANOTTE

Ore 23.46 di sabato...si conclude un'altra serata passata sui libri! D'altra parte, con gli esami che si avvicinano sempre più, non ho molte alternative.
La maggior parte delle persone che conosco mi chiede come faccio e soprattutto come mi sia potuta venire la voglia di rimettermi a studiare. In effetti spesso me lo chiedo anch'io, tenendo conto che ho un lavoro, una casa da "mandare avanti" ( su questo stenderei un velo pietoso!) e soprattutto due figli. Ma la realtà è che ormai non potrei più farne a meno. Studiavo anche prima di iscrivermi all'università: non vedevo l'ora che tutti fossero a letto per lasciarmi avvolgere dal silenzio e immergermi nei libri. Poi la decisione di concretizzare questa mia necessità in un corso di studi. 
Certo, a volte non è facile. La stanchezza si fa sentire e con tutti gli impegni della giornata trovare il tempo per studiare a volte è un lusso! Per non parlare dei sensi di colpa: in periodo di esami la casa sembra un campo di battaglia e se non ci fossero i miei figli a ricordarsi che cosa manca e a fare la spesa con la nonna mentre io sono in ufficio, il frigo sarebbe sempre vuoto. Però che soddisfazione passare un esame, tornare a casa e sentirmi dire "Brava mamma, se stata promossa!" dai miei piccoli. In più, ho conosciuto diverse persone che, come me, si sono messe a studiare in "età avanzata", con la mia stessa voglia di farcela. Tutto questo mi spinge a continuare nonostante le difficoltà, nella speranza di raggiungere l'agognato traguardo il prima possibile. Ora però sto veramente crollando dal sonno...per fortuna domani è domenica! Buonanotte...

giovedì 2 giugno 2011

Magia di facebook...

Lunedì mi trovavo a Milano per una visita medica. Che strano effetto tornare, dopo molto tempo, nella città in cui ho vissuto i miei anni forse più spensierati, ovvero quelli da studentessa universitaria. Ma il fatto più emozionante è stato poter rivedere, dopo ben 11 anni, il mio ex vicino di  casa. Ai tempi vivevamo in due monolocali attigui, lui da solo ed io in condivisione con una compagna di corso. Lui era il classico scapolone poco più che trentenne e noi due ragazzine che gliene combinavano di tutti i colori.
Una volta terminata l'università, ci siamo completamente persi di vista, come spesso capita quando si vive in città diverse, ed è solo grazie a facebook che abbiamo potuto riallacciare i rapporti.
Si parla molto degli aspetti negativi dei social network, ma per una volta  mi piacerebbe sottolineare quelli che sono invece i lati positivi. Primo fra tutti proprio il fatto di poter ritrovare persone che si erano perse da tempo. La vita di oggi è  frenetica e la poca costanza nel mantenere i rapporti spesso ci fa perdere di vista persone con le quali abbiamo comunque condiviso dei bei momenti.
Facebook è come una piazza virtuale, in cui tutti siamo presenti con i nostri pensieri, le nostre considerazioni, le immagini dei momenti più importanti. Basta un "click" e tutto questo è a disposizione di amici e parenti, soprattutto a beneficio di chi vive lontano da noi. Ovviamente dobbiamo considerare tutto questo soltanto un'opportunità di contatto, un supporto alle nostre relazioni sociali. In fondo...che cosa c'è di meglio di una bella chiacchierata a quattr'occhi con un vecchio amico?

sabato 28 maggio 2011

RIFLESSIONI DA APERITIVO

In un pigro sabato pomeriggio siedo al tavolino di un bar a sorseggiare un aperitivo con un'amica. Di solito ci incrociamo sempre di volata e abbiamo giusto il tempo di salutarci, ma oggi ci siamo incontrate casualmente  in centro, entrambe alle prese con il nostro "weekend libero" e abbiamo deciso di sederci un attimo e raccontarci le nostre ultime novità. Lei è reduce da una forte delusione, per questo il discorso cade subito sulla vera natura, spesso accuratamente nascosta, delle persone che si trovano o si sono trovate a far parte della nostra vita. Ci chiediamo come sia possibile credere di conoscere veramente qualcuno e poi ad un tratto scoprire che si tratta di una persona completamente diversa, che nel corso del tempo ci ha tenuto nascosto lati importanti del suo carattere, azioni e comportamenti vari.  In fondo né io né lei siamo più due ragazzine, possiamo "vantare" un matrimonio fallito già da diversi anni, cosa che avrebbe dovuto insegnarci a non fidarci al primo colpo delle persone che incontriamo. Eppure pare che questo non sia suffficiente, altre delusioni sono lì, bell'e pronte come una porta che d'improvviso ci sbatte in faccia. Non solo in amore, ma anche nelle amicizie..le brutte sorprese sono sempre dietro l'angolo. E' veramente così difficile essere imparziali nel giudicare gli altri quando di mezzo ci sono i sentimenti, di qualunque natura essi siano? Sarà forse il nostro bisogno di ricevere affetto e attenzioni che ci fa vedere le persone sotto una luce diversa? O forse alcuni di noi sanno essere veramente cinici e falsi? Sono quesiti ai quali difficilmente si potrà mai trovare una risposta definitiva, ma mi piacerebbe avere anche il vostro parere.
Fortunatamente comunque i veri amici esistono e...anche i superalcolici!

sabato 21 maggio 2011

Single di ritorno...parte seconda!


Oggi, mentre riflettevo su ciò che ho scritto, mi è tornata alla mente questa pubblicità dell'Ikea che, in modo alquanto ironico, ben rappresenta le "peripezie" che una madre single si trova ad affrontare. Ho deciso di condividerla con voi perché ogni tanto sdrammatizzare un po' puo' fare solo bene...io per prima mi sono fatta un sacco di risate quando l'ho vista! Il video è in lingua originale, anche perché credo che in Italia non sia mai stato programmato...guai a diffondere l'idea che una madre separata fa "certe cose"!!

Single...di ritorno.

Con questo termine si usa solitamente indicare chi si trova ad essere single dopo la fine di un matrimonio, cosa che oggigiorno accade purtroppo sempre più spesso. Evitando di analizzare i motivi per cui il tutto succede, mi piacerebbe condividere alcune riflessioni su ciò che questo implica. Ovviamente parlo con cognizione di causa, dato che il mio "ritorno" è datato febbraio 2008 e frequento con regolarità una compagnia di persone che hanno passato la mia stessa esperienza.
La parola chiave secondo me è proprio "ritorno" perché quando si torna indietro le cose non sono mai come le si sono lasciate e ritrovarsi single dopo la fine di un matrimonio è tutt'altro che facile! Ad iniziare dal fatto che spesso l'esperienza coniugale ci lascia in dono dei figli, i quali sicuramente ci danno la forza per superare il trauma, diventando spesso l'unica ragione che ci spinge ad andare avanti, ma certo non aiutano molto il nascere di nuove relazioni. I miei ad esempio sono dei campioni ad ammalarsi quando c'è qualcuno che mi chiede di uscire (sarà forse un segno del destino che mi indica che quella non è la persona giusta???); addirittura l'anno scorso sono stata velocemente scaricata da un tipo che frequentavo da qualche mese perché i miei piccoli avevano preso la varicella e lui, non avendo mai contratto tale malattia, si era fatto assalire dal terrore di venire contagiato tramite me! Cosa impossibile, come ha confermato anche il pediatra, ma a lui è bastato il sospetto per troncare la nostra storia con un "Ecco che cosa si rischia ad uscire con una che ha dei figli!".
Divagazioni a parte ( anche perché certe cose pare capitino solo a me, come se la sottoscritta avesse una sorta di calamita per attirare i tipi più assurdi!), che cosa succede quando ci si "rimette in gioco"? Alcuni di noi hanno la fortuna (o l'audacia?) di trovare subito una persona con la quale instaurare  un rapporto serio, una nuova convivenza e magari un altro figlio. Per tutti gli altri...là fuori è una jungla! Ci si trova spesso a fare i conti con la paura di innamorarsi di nuovo e si lasciano fuggire persone che potrebbero regalarci una nuova felicità. Altre volte invece capita di aprire il cuore verso chi assolutamente non merita neanche un briciolo di noi. Una confusione totale, insomma.
A volte penso che sarebbe bello resettare i propri sentimenti, in modo da affrontare il futuro senza i condizionamenti del passato..ma questo purtropo non è possibile. Per fortuna esistono gli amici. Mai come in questo periodo della mia vita ho rivalutato così tanto il valore dell'amicizia. Avere delle persone accanto che hanno passato le tue solite esperienze, pronti a darti un vero sostegno nelle questioni più gravi quanto in quelle più futili, rende la vita di tutti i giorni per lo meno più sopportabile. In più confrontare le proprie storie aiuta sicuramente a capire meglio noi stessi e gli altri. Un grazie di cuore quindi a chi mi è accanto, a quelle persone meravigliose che ho avuto la fortuna di incontrare e che ogni giorno condividono un pezzetto della mia vita e mi rendono partecipe della loro. Vi voglio bene! 

martedì 17 maggio 2011

La storia del blog

Mi sembra doveroso, prima di imbarcarmi in questa avventura, spendere due parole sulla storia e la nascita dei blog.

Per blog si intende un sito internet nel quale l'autore, denominato appunto blogger, pubblica con regolarità pensieri, opinioni, riflessioni, unitamente ad altro materiale come video, immagini, link ad altri siti, ecc. Il termine è infatti la contrazione di web-log, ovvero "diario in rete".

L'origine di questo fenomeno risale al 1997 negli Stati Uniti, grazie a Dave Winer che per primo ha sviluppato il software che ne consentiva la pubblicazione. Il termine è stato invece coniato da Jorn Barger, il quale viene indicato come autore del primo blog.
Per quanto riguarda l'Italia, il fenomeno ha iniziato ad essere di moda all'inizio del decennio scorso, quando sono nati i primi servizi gratuiti di gestione dei blog.

Oggi in rete possiamo trovare innumerevoli tipologie di blog, da quelli personali, a quelli tenuti da giornalisti o personaggi politici, ai blog didattici, letterari e via dicendo.

mercoledì 11 maggio 2011

Un blog, un perché!

Questo blog nasce essenzialmente per un motivo: l'esame di Informatica applicata al giornalismo del Prof. Lelio Alfonso che devo sostenere nell'ambito del corso di laurea in Giornalismo e cultura editoriale.
Dopo aver pensato a lungo ad un argomento, un filo conduttore, sono giunta alla conclusione che utilizzerò questo spazio semplicemente per condividere, con chi vorrà leggerli, i miei pensieri, le mie riflessioni e le mie esperienze sulla vita di tutti i giorni.

Ho deciso di intitolare il mio blog "Learning to fly" come una canzone di Tom Petty che ho ascoltato per la prima volta parecchi anni fa e che mi è subito entrata nel cuore...perché la vita spesso ci sembra dura e difficile,  ma è proprio quando le paure e lo sconforto ci assalgono che non bisogna assolutamente perdere la speranza, la voglia di lottare e fare di tutto per...imparare a volare!